E ora è la volta dei quark e dei leptoni. Nessuna particella viene risparmiata in questa pazza corsa verso dimensioni sempre più infinitesime, verso livelli sempre più fondamentali, frammenti di materia sempre più piccoli e sfuggenti.
Gli atomi, nell’antichità così chiamati perché ritenuti indivisibili, sono stati frantumati, sezionati, via via sempre più in profondità, a scoprire famiglie successive di particelle, schegge di materia da misurare e classificare, e, tra queste, legami sempre più forti e ravvicinati, un panteon di divinità sempre più potenti, forze esotiche che sfuggono ai nostri sensi limitati.
E’ una ricerca infinita, giacché le dimensioni delle particelle coinvolte sono sì infinitesime, ma sempre di moltissimi ordini di grandezza superiori alla scala di Planck, la scala dove le dimensioni spaziali e temporali sfumano in un incessante brulicare di energia informe, regno dell’indeterminazione, del campo fondamentale, la fornace, il crogiolo nel quale ribolle lo spaziotempo, substrato di ogni fenomeno.
Ad ogni ulteriore resezione, come in un’autopsia che non termina mai, sempre nuovi livelli, nuovi oggetti, nuove strutture, si presentano innanzi agli occhi degli sperimentatori. Ad ogni giro, nuovo materiale affolla le menti creative dei teorici, in un girotondo senza fine.
E’ la mania del collezionismo che ci fa cercare sempre nuove farfalle, esotiche e variopinte, da raccogliere, fotografare, scambiare? E’ il bisogno di arrivare in fondo, di trovare il principio e la fine, la nascita e la morte, nelle forme materiali che ci circondano, a nostra immagine e somiglianza?
Osserviamo il cielo, con le sue nubi sempre mutevoli, che vediamo talvolta rincorrersi, spinte da venti impetuosi, talvolta affollarsi le une sulle altre, tanto da impedirci per giorni di vedere il cielo, l’azzurro, lo sfondo, il fondale aereo sulla cui scena si formano le strutture che chiamiamo nuvole.
E’ forse questa la svolta? La nuova via in grado di farci comprendere meglio la realtà fisica fondamentale e i suoi fenomeni sfuggenti? Spostare lo sguardo dalle strutture che attraggono la nostra attenzione con le loro forme sfavillanti, le loro complesse evoluzioni e interazioni, allo sfondo che le ospita, le sostiene, le nutre dell’energia fondamentale che ne consente l’esistenza, la permanenza causale…
Dal discreto al continuo, dalla struttura al campo, dall’informazione all’azione. Verso quelle dimensioni infinitesime, la fucina dove incessantemente la Forza forgia la realtà più elementare, causa che si trasforma in spazio e in tempo, e poi in strutture, sempre più grandi e complesse, particelle, atomi e molecole, oggetti e cellule, rocce e organismi, pianeti, ecosistemi, stelle e galassie, idee, culture, un’evoluzione senza tregua e senza fine, un universo in evoluzione.