Talk:TFNR - 10.2.2 Dynamics of the cosmos
Why No need of an explosive starting (Big Bang) Simplicity of the explanation >> citation pros’n’cons: CMB/CXB , expansion, s/t creation, elements abundance, dimension / wide visible universe, well-formed objects and structures in the early universe (supermassive black holes, galaxies and clusters), no sufficient time, no centrality of the expansion, …
Continuous creation / no Big Bang (no CMB as evidence of the BB) Space and time (relating to the events occurring, no events, no time) are pre-existing entities (together with the Force in the Source) Non particle dark matter model No expansion in the way intended by the … / but the dark energy phenomena (decreasing c). No expansion increasing rate >> more matter formation effect The end of the Universe: is a system in evolution, with complex retro feedback, that push Reality toward an equilibrium, while the Force incessantly pushes toward mutation, disequilibrium. The general scheme of Evolutionary Dynamics provides a synthetic representation of the interconnections among the fundamental concepts of evolutionary dynamics, including the physical layer, the regulating principles and the entities involved. The level of material forms, of cosmic structures, in particular, we find a complete classification of the forms of dark and ordinary matter, which provide the physical Universe, organized by type of structures that compose them. Lo schema generale della Dinamica Evoluzionistica fornisce una rappresentazione sintetica delle interconnessioni tra i concetti fondamentali della dinamica evoluzionistica, incluso il livello fisico, i principi regolanti e le entità coinvolte. Al livello delle forme materiali, delle strutture cosmiche, in particolare, troviamo una classificazione completa delle forme della materia oscura e ordinaria, che costituiscono l'Universo materiale, organizzato secondo la natura delle strutture che le compongono.
Creation
Evolution The dark and ordinary matter content of the Universe is continuously increasing. Dark matter creation processes… Ordinary matter creation processes… Nel Campo, così come sopra descritto e come doveva presentarsi negli stadi iniziali della formazione dell’Universo, flussi e vortici di dimensioni sempre più estese interagivano in modo sempre più intenso, via via che le nascenti Strutture emergevano e si estendevano nello spazio in formazione, in un arco temporale estremamente lungo. E’ questa un’epoca così remota, l’inizio dei tempi, che di essa non si può ora trovare altro che una debole traccia indiretta nell’eredità formativa che modella la dinamica delle strutture cosmiche attuali, in particolare l’entità che identifichiamo come “materia oscura”. Un’epoca in cui la materia ordinaria non poteva ancora essersi formata. Non aveva, infatti, ancora iniziato a operare quella interazione tra le grandi Strutture vorticose che ne rappresenta la sorgente causale. Strutture a bassa densità e grande massa distribuita, con effetti gravitazionali estremamente intensi. In una certa epoca dell’evoluzione del Campo, vortici di grande scala, risultato della interazione e fusione di vortici di minori dimensioni, in un immenso processo di evoluzione mediante estensione nel domino spazio-temporale, iniziarono a saturare lo spazio disponibile venendo a contatto e interagendo sempre più intensamente, senza possibilità di traslare nello spazio circostante a limitare l’intensità dell’interazione. In quell’epoca iniziarono a formarsi grandi e intensi flussi nelle zone periferiche di frizione tra i grandi vortici di materia oscura. Possiamo dire che in quella fase, nelle zone di interazione più intensa, la “temperatura del Campo” aumentò notevolmente, nel senso di un aumento della velocità locale delle perturbazioni elementari, aumento che compensava la diminuzione nelle zone occupate dalle Strutture di materia oscura. La temperatura media globale del cosmo, cui corrisponde la radiazione di fondo a microonde, tende a diminuire nel tempo all’aumentare della quantità di materia oscura e ordinaria o, in altri termini, del livello di organizzazione del Campo. La diminuzione generalizzata della temperatura media, che produce un progressivo allungamento delle lunghezze d’onda della luce, determina il fenomeno che identifichiamo con l’espansione cosmica, intimamente connesso con la manifestazione dell’energia oscura. Quest’ultimo fenomeno è alla radice degli intensi processi di formazione di vortici di materia oscura di dimensioni relativamente minori, che andarono a costituire le “bolle” che, sempre a causa dell’interazione delle aree periferiche, avrebbero successivamente determinato la formazione di materia ordinaria (micro-vortici semplici e compositi che rappresentano le particelle materiali) e successivamente accolto le strutture galattiche in formazione. La materia ordinaria così formata, che inizialmente si raccoglieva in immensi filamenti e nubi di gas, attratta dalla massa delle bolle di materia oscura di medie dimensioni, più dense dei grandi vortici che avrebbero in seguito accolto i gruppi e gli ammassi di galassie, iniziò a precipitare andando a costituire i dischi galattici che ora osserviamo. Questo processo di formazione di materia ordinaria prosegue ancora oggi, anche se con un ritmo inferiore, poiché influenzato dalla maggiore massa esistente e dalla mutata struttura di larga scala dell’Universo. La costruzione di una dettagliata mappa dinamica delle strutture cosmiche in un’area di spazio sufficiente ampia, associata a una mirata campagna di osservazione astronomica, potrebbe portare, oltre che a una più chiara evidenziazione delle bolle galattiche già note, alla osservazione di immense aree di spazio apparentemente vuoto, di strani attrattori invisibili in grado di determinare la dinamica gravitazionale degli ammassi di galassie, alla osservazione di ampie aree di formazione di materia ordinaria nella forma di lunghi filamenti e nubi di gas e polveri nelle zone periferiche di frizione delle “bolle” identificate. Potrebbero, inoltre, venire identificati flussi di materia rarefatta che dalle zone di formazione precipitano verso i centri di gravità delle bolle galattiche e flussi di bolle galattiche che dalle aree periferiche delle più grandi bolle cosmiche di materia oscura a bassa densità migrano verso i loro piani orbitali, a formare immensi fogli di galassie. E insieme gruppi di bolle galattiche in migrazione verso i centri di gravità, i “grandi attrattori” di bolle ancora più estese, destinati a ospitare gli ammassi e i superammassi di galassie. Una complessa geometria cosmica, con sistemi annidati di bolle di materia oscura, determinata dalla dinamica degli eventi elementari, dove domini spaziali in evoluzione, caratterizzati da specifiche distribuzioni e rapporti della velocità limite di propagazione, interagiscono incessantemente formando l’Universo come appare ai nostri occhi. In questo senso, lo sviluppo di avanzate tecnologie computazionali di modellazione e simulazione dinamica potrebbe portare a rilevanti miglioramenti nella comprensione della formazione e della dinamica dell’Universo. Aggiungeremo ora alcune ulteriori considerazioni sulle proprietà della materia oscura, entità che nell’ambito della Fisica Evoluzionistica definiamo come “Struttura vorticosa estesa non particellare a bassa densità”. In particolare esamineremo le caratteristiche dell’interazione tra la materia oscura e la materia ordinaria. L’interazione che, come accennato, appare principalmente di tipo gravitazionale, è funzione del rapporto tra la densità delle bolle di materia oscura e la densità della materia ordinaria che risiede e si muove all’interno delle bolle, costruendo le strutture di materia visibile che chiamiamo galassie. Tale rapporto di densità, al livello del Campo, può essere rappresentato come rapporto tra le distribuzioni delle perturbazioni elementari nelle Strutture di materia oscura e quelle di materia ordinaria. Per il fondamentale Principio di Equivalenza, esso può essere visto anche come rapporto tra la velocità di propagazione delle perturbazioni nel dominio spaziale della Struttura di materia oscura che costituisce la bolla ospitante, e la velocità limite media dei domini occupati dalle Strutture della materia ordinaria che compongono la galassia visibile. Le interazioni di carica e spin tra Strutture di materia oscura e materia ordinaria dovrebbero essere deboli, dati i piccoli valori che queste grandezze assumono nei vortici di materia oscura. L’organizzazione degli attributi Rotazione dei micro-stati, che corrispondono alle grandezze fisiche “carica e spin”, risultano, infatti, distribuite su volumi immensi di spazio e raggiungono quindi densità molto basse. Ciò nonostante, nelle bolle galattiche, il campo magnetico, determinato dall’allineamento degli assi di Rotazione dei micro-stati, ancorché di modesta intensità per la bassa densità del valore di Rotazione, dovrebbe essere molto intenso, globalmente a livello dell’intera bolla e proporzionalmente maggiore verso il centro, e dovrebbe contribuire in modo determinante alla formazione e alla dinamica galattica. All’effetto rotazionale del vortice di materia oscura si aggiunge l’effetto creato dal flusso del gas e delle polveri in caduta, dalla periferia della bolla verso il disco galattico, e l’effetto della rotazione del disco stesso. Dobbiamo pensare a una bolla galattica come a un immenso vortice di materia non granulare a bassissima densità, la materia oscura appunto, rappresentato da un gradiente di densità, o di velocità limite di propagazione, con un minimo nel centro del vortice, il centro di gravità della struttura, e un massimo alla periferia della bolla, molto oltre il confine della distribuzione di materia ordinaria visibile. Le Strutture di materia ordinaria, tipicamente atomi e molecole di gas e polveri, che dalla periferia precipitano verso il centro di gravità della bolla di materia oscura, per effetto del flusso vorticoso della bolla stessa tendono a raccogliersi in un disco di accrescimento con una densità decrescente verso la periferia del disco della galassia in formazione. La galassia visibile, composta di materia ordinaria più densa, ruoterà quindi al centro di un vortice più ampio di materia oscura di bassa densità, ma di massa grandissima dato l’immenso volume occupato, e la dinamica della materia ordinaria sarà fortemente determinata dalla interazione con la materia oscura. Ricordiamo che quando parliamo di flussi vorticosi stiamo ovviamente facendo riferimento alla dinamica dei micro-stati del Campo dell’Azione, e non di materia ordinaria in movimento. Non si tratta, quindi, di un nuovo modello di una qualche forma di etere, ma, come visto sopra, dell’organizzazione su grande scala della stessa struttura metrica dello spazio-tempo alla dimensione infinitesima delle perturbazioni elementari del Campo alla scala di Planck. Tali flussi possono essere rappresentati come l’organizzazione locale della struttura tensoriale del Campo elementare, associata alla dinamica dei micro-stati. La conseguenza più sorprendente del modello proposto riguarda la geometria del cosmo e quindi l’aspetto “reale” dell’Universo che osserviamo. La struttura cosmica a bolle di materia oscura annidate di varia estensione mina pesantemente l’illusione di un Universo osservabile quale esso è; le distorsioni introdotte dalla distribuzione della massa oscura non osservabile, per quanto caratterizzata da bassa densità, tenderanno sempre a deformare le osservazioni astronomiche e imporranno limiti difficilmente superabili all’accuratezza delle misurazioni delle distanze e delle velocità dei corpi celesti e alla realizzazione di mappe del cosmo veramente accurate. Altra conseguenza notevole del modello di cosmogenesi qui proposto, é la dimensione del cosmo che viene ritenuta infinita e illimitata sia dal punto di vista spaziale che temporale. Un Universo senza inizio (il tempo si sarebbe formato insieme all’Universo stesso), e comunque molto più antico di quanto oggi si ritenga, e infinito dal punto di vista spaziale (dell’Universo vediamo solo una piccola porzione finita), Un Universo fatto di “vuoto” organizzato, dove l’organizzazione, l’Informazione, che da forma al Campo dell’Azione, rappresenta tutto l’esistente.