Difference between revisions of "Knowledge Management"

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Knowledge Management è una '''nuova area del management''', finalizzata a raggiungere superiori prestazioni da parte delle organizzazioni produttive e sociali, attraverso la sinergia di persone, processi e tecnologie. Cambiamento, incertezza e complessità rappresentano ora le parole chiave nel campo della gestione. Il campo in cui si sta maggiormente sviluppando il Knowledge Management è quello delle organizzazioni produttive, anche se un crescente interesse sta sorgendo verso le applicazioni social oriented.
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Al crescere della complessità dell'ambiente esterno e interno all'impresa, l'Information Technology Management non è più sufficiente a risolvere i crescenti problemi interni di adattamento, di crescita, e a fornire strumenti efficaci per fronteggiare le sfide che l'evoluzione dei mercati sta imponendo. Nel passaggio dalla precedente scarsità all'attuale stato di saturazione cognitiva per eccesso di informazione, sempre maggiore appare l'esigenza di esplicitare, organizzare, presentare e scambiare la conoscenza in modo efficiente ed efficace, al fine di supportare adeguatamente i processi produttivi e i processi decisionali.
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In questo nuovo contesto, caratterizzato da crescente incertezza e complessità dei sistemi economici e produttivi, performance in grado di evolvere dinamicamente, attraverso l'utilizzo di metodologie e tecnologie "intelligenti" sono i fattori chiave per riuscire a sfruttare strategicamente le opportunità e affrontare le sfide imposte dal mercato.
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Le “armi” a disposizione del Knowledge Management  si sono via via ampliate grazie al crescente sviluppo tecnologico e alla particolare sensibilità verso tali tematiche, che si è affermata nei settori di punta dell’economia e, più in generale, dell’intera società. Vasti e complessi sistemi di archiviazione documentale, intere biblioteche disponibili on line, motori di ricerca sempre più efficienti, social network, strumenti di collaborazione creativa, forum, wiki, e così via, si rendono disponibili per un utilizzo che può andare ben al di là degli scopi per cui sono stati originariamente creati, per soddisfare le esigenze di gestione della conoscenza delle aziende e, più in generale, di tutte le organizzazioni moderne. Questi strumenti, sempre più economicamente accessibili e facilmente implementabili, possono ora essere sviluppati e utilizzati proficuamente anche in realtà di dimensioni medio-piccole, che un tempo non potevano affrontarne gli ingenti investimenti.
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In estrema sintesi e con grande semplificazione, nel '''processo di gestione della conoscenza''' possiamo individuare alcune fasi fondamentali:
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* '''la fase di analisi''': per comprendere l’ambiente interno ed esterno in cui si colloca l’organizzazione, la situazione di partenza su cui andare ad operare, la natura, le proprietà, la distribuzione, la fruizione delle conoscenze presenti nell’organizzazione o in una sua parte;
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* '''la fase di formulazione degli obiettivi finali e intermedi''': si tratta di individuare gli scopi generali e specifici e pianificare con attenzione quanto necessario per raggiungerli;
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* '''la fase di esplicitazione della conoscenza implicita''': riguarda i processi che permettono di far emergere la conoscenza che risiede nell’esperienza e nella conoscenza sia a livello individuale che a quello dei gruppi e di trasformarla in un bene condivisibile, scambiabile, incorporabile in un mezzo fisico o elettronico, nella base di conoscenza;
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* '''la fase di organizzazione''': l’attività di a raccolta delle conoscenze esplicite e quelle implicite che si è riusciti già a esplicitare restituisce spesso un insieme informe, caotico, che richiede un’attenta organizzazione per poter costituire il nucleo centrale di avvio della costruzione della knowledge base; in questo ambito molto efficaci possono rivelarsi strumenti e metodologie che, mediante l’osservazione delle dinamiche di scambio e di utilizzo della conoscenza, possono favorire l’emergere e lo sviluppo di processi evolutivi di auto organizzazione della base di conoscenza;
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* '''la fase di progettazione e di realizzazione degli strumenti indirizzati alla presentazione, allo scambio, alla creazione, all’ulteriore organizzazione della conoscenza''': si tratta di una fase cruciale, che molto spesso può vanificarne tutti gli sforzi in precedenza profusi, nella quale diviene evidente il successo o l’insuccesso di un progetto di knowledge management; la realizzazione di strumenti ottimizzati sul livello “culturale” e la propensione all’utilizzo da parte degli utenti destinatari dell’intervento, strumenti caratterizzati da interfacce particolarmente curate, in grado di far percepire agli utenti in modo chiaro i vantaggi insiti nel loro utilizzo, strumenti in grado di evolvere nel tempo e di apprendere dall’esperienza di interazione con gli utenti, dall’osservazione del loro comportamento, in grado, in ultima analisi, di co-evolvere con l’organizzazione stessa;
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* '''la fase di analisi e monitoraggio dell’utilizzo, dello sviluppo e dell’evoluzione della base di conoscenza e degli strumenti che permettono l’accesso''': è la fase di gestione vera e propria, che richiede capacità analitiche e prospettiche sempre tese al miglioramento, all’ottimizzazione; è il ruolo del Knowledge Architect, che disegna e governa le dinamiche evolutive del sistema di conoscenza.
  
 
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Revision as of 15:15, 15 April 2019

Dai dati alla saggezza

Definition

Metodi, tecniche, strumenti per la costruzione e gestione di basi di conoscenza, la conservazione e lo scambio delle strutture informative e della conoscenza, la formazione e l’assistenza delle risorse umane, la diffusione della cultura aziendale e collet Bold text

Common definition

(Link to Wikipedia page: Knowledge_Management).

Description

Knowledge Management è una nuova area del management, finalizzata a raggiungere superiori prestazioni da parte delle organizzazioni produttive e sociali, attraverso la sinergia di persone, processi e tecnologie. Cambiamento, incertezza e complessità rappresentano ora le parole chiave nel campo della gestione. Il campo in cui si sta maggiormente sviluppando il Knowledge Management è quello delle organizzazioni produttive, anche se un crescente interesse sta sorgendo verso le applicazioni social oriented.

Al crescere della complessità dell'ambiente esterno e interno all'impresa, l'Information Technology Management non è più sufficiente a risolvere i crescenti problemi interni di adattamento, di crescita, e a fornire strumenti efficaci per fronteggiare le sfide che l'evoluzione dei mercati sta imponendo. Nel passaggio dalla precedente scarsità all'attuale stato di saturazione cognitiva per eccesso di informazione, sempre maggiore appare l'esigenza di esplicitare, organizzare, presentare e scambiare la conoscenza in modo efficiente ed efficace, al fine di supportare adeguatamente i processi produttivi e i processi decisionali. In questo nuovo contesto, caratterizzato da crescente incertezza e complessità dei sistemi economici e produttivi, performance in grado di evolvere dinamicamente, attraverso l'utilizzo di metodologie e tecnologie "intelligenti" sono i fattori chiave per riuscire a sfruttare strategicamente le opportunità e affrontare le sfide imposte dal mercato.

Le “armi” a disposizione del Knowledge Management si sono via via ampliate grazie al crescente sviluppo tecnologico e alla particolare sensibilità verso tali tematiche, che si è affermata nei settori di punta dell’economia e, più in generale, dell’intera società. Vasti e complessi sistemi di archiviazione documentale, intere biblioteche disponibili on line, motori di ricerca sempre più efficienti, social network, strumenti di collaborazione creativa, forum, wiki, e così via, si rendono disponibili per un utilizzo che può andare ben al di là degli scopi per cui sono stati originariamente creati, per soddisfare le esigenze di gestione della conoscenza delle aziende e, più in generale, di tutte le organizzazioni moderne. Questi strumenti, sempre più economicamente accessibili e facilmente implementabili, possono ora essere sviluppati e utilizzati proficuamente anche in realtà di dimensioni medio-piccole, che un tempo non potevano affrontarne gli ingenti investimenti.

In estrema sintesi e con grande semplificazione, nel processo di gestione della conoscenza possiamo individuare alcune fasi fondamentali:

  • la fase di analisi: per comprendere l’ambiente interno ed esterno in cui si colloca l’organizzazione, la situazione di partenza su cui andare ad operare, la natura, le proprietà, la distribuzione, la fruizione delle conoscenze presenti nell’organizzazione o in una sua parte;
  • la fase di formulazione degli obiettivi finali e intermedi: si tratta di individuare gli scopi generali e specifici e pianificare con attenzione quanto necessario per raggiungerli;
  • la fase di esplicitazione della conoscenza implicita: riguarda i processi che permettono di far emergere la conoscenza che risiede nell’esperienza e nella conoscenza sia a livello individuale che a quello dei gruppi e di trasformarla in un bene condivisibile, scambiabile, incorporabile in un mezzo fisico o elettronico, nella base di conoscenza;
  • la fase di organizzazione: l’attività di a raccolta delle conoscenze esplicite e quelle implicite che si è riusciti già a esplicitare restituisce spesso un insieme informe, caotico, che richiede un’attenta organizzazione per poter costituire il nucleo centrale di avvio della costruzione della knowledge base; in questo ambito molto efficaci possono rivelarsi strumenti e metodologie che, mediante l’osservazione delle dinamiche di scambio e di utilizzo della conoscenza, possono favorire l’emergere e lo sviluppo di processi evolutivi di auto organizzazione della base di conoscenza;
  • la fase di progettazione e di realizzazione degli strumenti indirizzati alla presentazione, allo scambio, alla creazione, all’ulteriore organizzazione della conoscenza: si tratta di una fase cruciale, che molto spesso può vanificarne tutti gli sforzi in precedenza profusi, nella quale diviene evidente il successo o l’insuccesso di un progetto di knowledge management; la realizzazione di strumenti ottimizzati sul livello “culturale” e la propensione all’utilizzo da parte degli utenti destinatari dell’intervento, strumenti caratterizzati da interfacce particolarmente curate, in grado di far percepire agli utenti in modo chiaro i vantaggi insiti nel loro utilizzo, strumenti in grado di evolvere nel tempo e di apprendere dall’esperienza di interazione con gli utenti, dall’osservazione del loro comportamento, in grado, in ultima analisi, di co-evolvere con l’organizzazione stessa;
  • la fase di analisi e monitoraggio dell’utilizzo, dello sviluppo e dell’evoluzione della base di conoscenza e degli strumenti che permettono l’accesso: è la fase di gestione vera e propria, che richiede capacità analitiche e prospettiche sempre tese al miglioramento, all’ottimizzazione; è il ruolo del Knowledge Architect, che disegna e governa le dinamiche evolutive del sistema di conoscenza.

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